domenica 23 gennaio 2011

Cambi di prospettiva

La professoressa di Storia dell'Arte F. T. ci ha lasciati e, sia a chi in positivo, sia a chi in negativo, qualcosa. La persona che più di tutti ne h'avvertito l'influsso è Gefanni, indubbiamente. Lo stesso venerdì è arrivata una sostituta che ora mi chiedo se non abbia preso il ruolo fisso, meglio per lei; il caso voglia che Gefanni di venerdì era assente, assorto alla pubblica esposizione della manifestazione del fumetto che si è tenuta da noi, qui ad Hinamizawa. Ne è servito il sabato, per espormi le sue argomentazioni sulla questione e del perché lui guardasse l'insegnante con occhi quanto mai cangianti e vigili. Mi ha parlato della scuola, di cosa non va', di cosa non accetta e di quello che la corrode e ne lacera il futuro, dei sentimenti vacui che animano gli insegnanti e del basso profilo che filtra e che stiamo abituandoci sempre più a sentir nostro e quindi piacevole. M'ha parlato anche di cosa la professoressa cercava di fare per noi, contro le tesi della supplente, evidentemente in astio. N'ho assaporato le tesi, di quest'ultima il venerdì e di Gefanni il sabato, durante l'ultima ora. E mi trovo lucido sul rapporto razionale di quanto sostenuto da Gefanni, ma completamente scabro del discorso proprio, causa la mia mancanza di esperienza, ch' è qualcosa da ottenere col tempo e che il ragionamento può solo smussare e render fine. Ho anche pensato a quello che faccio, il perché mi spinge a delle scelte e, tristemente, ho ripensato all'anno in cui ho deciso di cominciare a vincere. Il mio disappunto nei mezzi e soprattutto sul loro fine aveva cominciato a portarmi su scelte e successioni di vita a cui non trovavo una risposta e che, col tempo, avevo cominciato a non accettare più perché "Si devon fare". 


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